Molnupiravir per il trattamento di Covid-19 non grave, l'OMS aggiorna le linee guida sulle terapie
8/3/2022
Recentemente, l’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiornato le Therapeutics and COVID-19: living guideline, introducendo le raccomandazioni su Molnupiravir per il trattamento dei pazienti con COVID-19 non grave, sulla base dei risultati provenienti da 6 studi controllati randomizzati (RCT), che hanno arruolato un totale di 4796 pazienti. Tutti gli RCT erano stati registrati, ma i risultati degli studi non sono stati pubblicati su riviste peer-reviewed. Nessuno degli studi inclusi aveva arruolato bambini o donne in gravidanza.
Molnupiravir è un antivirale che appartiene alla classe degli analoghi nucleosidici (simile ad altri antivirali utilizzati per l’HIV o l’HCV) disponibile per via orale, originariamente concepito come trattamento dell'influenza (sebbene non approvato), che interferisce con la capacità del virus di replicarsi. Molnupiravir viene somministrato per via orale due volte al giorno e mantiene la sua efficacia anche contro le varianti Alpha e Beta sulla base degli studi condotti in vivo (nei modelli animali) e contro le varianti Delta e Omicron negli studi condotti in vitro, mentre non sono attualmente disponibili dati che dimostrino l'attività contro le varianti Delta o Omicron in vivo.
La dose raccomandata di molnupiravir è di 1 compressa da 800 mg ogni 12 ore al giorno per 5 giorni, secondo il regime valutato negli studi registrativi. La somministrazione deve avvenire il più presto possibile. Negli studi considerati, molnupiravir era stato somministrato entro 5 giorni dall'esordio della malattia.
Il Guideline Development Group (GDG) suggerisce di somministrare molnupiravir a pazienti con malattie non gravi, ma a più alto rischio di ricovero (Raccomandazione condizionale). Nello specifico, in assenza di strumenti per prevedere il rischio di ricovero nelle persone infette da SARS-CoV-2, i soggetti a maggior rischio sono considerati coloro che non hanno effettuato la vaccinazione anti-SARS-CoV2, con età avanzata, immunosoppressione e/o malattie croniche (es. diabete). Poiché questa raccomandazione sottolinea la necessità di somministrare il trattamento con molnupiravir entro 5 giorni dall'esordio dei sintomi, viene rimarcata la necessità di garantire un uso appropriato e tempestivo dei test diagnostici.
Nei pazienti con COVID-19 non grave, molnupiravir può ridurre il rischio di ricovero in ospedale (di circa il 6% nei pazienti a più alto rischio), il tempo necessario alla risoluzione dei sintomi (3,4 giorni in meno) e la mortalità (6 in meno ogni 1.000 pazienti) rispetto allo standard di cura.
Come con altri farmaci antivirali, esiste il rischio che la monoterapia con molnupiravir possa essere associata a comparsa di resistenza ai farmaci.
Dato che Molnupiravir probabilmente non sarà disponibile per tutti i soggetti a più alto rischio, ad esempio, le persone socio-economicamente svantaggiate che tendono ad avere meno accesso ai servizi sanitari e quindi agli interventi (compresi i test diagnostici e i trattamenti) nei primi 5 giorni di presenza dei sintomi, è possibile una conseguente esacerbazione dell’iniquità sanitaria. Pertanto, l’OMS suggerisce a tutti i paesi di migliorare l'accesso globale agli interventi del percorso assistenziale del paziente con COVID-19 non grave.