Giornata mondiale AIDS 2025: i nuovi dati ARS su HIV/AIDS in Toscana

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In Italia la raccolta dei dati sui casi di AIDS è iniziata nel 1982 e, due anni dopo, nel 1984, è stato istituito un sistema nazionale di sorveglianza per monitorare la malattia. Con il decreto ministeriale del 28 novembre 1986, l’AIDS è stata inserita tra le malattie infettive a notifica obbligatoria: i medici devono compilare una scheda specifica e inviarla sia all’Agenzia regionale di sanità della Toscana (ARS) sia al Centro operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità.
Successivamente, con il decreto del 31 marzo 2008, è stato creato il Sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV. Dopo la pubblicazione del decreto, molte regioni hanno avviato sistemi di raccolta dati, e dal 2012 la sorveglianza è attiva in tutte le regioni italiane, garantendo una copertura completa. Il COA ha il compito di raccogliere, gestire e analizzare i dati provenienti dalle regioni e di restituire le informazioni al Ministero della Salute. Vengono notificati tutti i casi in cui viene posta per la prima volta la diagnosi di infezione da HIV, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati all’AIDS.
In Toscana, la gestione della sorveglianza è affidata all’ARS, che dal 2004 cura il Registro Regionale AIDS e dal 2009 si occupa anche delle notifiche delle nuove diagnosi di HIV.

Nel 2024 in Italia l’incidenza di nuove diagnosi di HIV è pari a 4,0 casi per 100.000 residenti, inferiore alla media europea (5,9) e tra le più basse, al quinto posto insieme alla Finlandia. La Toscana, invece, presenta un’incidenza superiore alla media nazionale, posizionandosi al secondo posto tra le regioni italiane.

Secondo i dati del sistema di sorveglianza regionale (ARS), dal 2009 al 2016 l’incidenza in Toscana è rimasta stabile (circa 9,7 casi per 100.000), per poi diminuire progressivamente fino a 5,3 casi per 100.000 nel 2024 (194 diagnosi: 160 maschi e 34 femmine), valore simile a quello del 2019. Durante la pandemia (2020-2022) si è registrata una riduzione delle notifiche, legata alla sospensione di servizi e screening, ma nel 2023-2024 si è osservata una ripresa, probabilmente dovuta anche al recupero delle diagnosi arretrate.

Nel biennio 2023-2024, l’80,8% dei casi riguarda uomini (rapporto maschi/femmine 4,2:1; incidenza maschi 8,6 per 100.000, femmine 1,9). Le fasce più colpite sono i 30-39 anni, seguiti dai 25-29 e dai 40-49 anni. L’età mediana alla diagnosi è aumentata: per le donne da 32 anni (2009-2010) a 43 anni (2023-2024), per gli uomini da 39 a 44 anni. I casi pediatrici, quasi tutti dovuti a trasmissione verticale, sono ormai rarissimi grazie alla terapia antiretrovirale in gravidanza e al test HIV obbligatorio: in Toscana non si registrano casi pediatrici da sette anni.

Nel biennio 2023-2024, in Toscana il 34,8% delle nuove diagnosi di HIV riguarda persone straniere, soprattutto provenienti da Perù, Brasile, Albania e Nigeria. Sebbene i tassi siano in calo per tutti, quelli degli stranieri restano circa 4 volte superiori rispetto agli italiani. La trasmissione avviene principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti, segnalando una bassa percezione del rischio. Per le donne, l’89% dei contagi è eterosessuale; per gli uomini, il 49,2% è omosessuale e il 39,1% eterosessuale. L’uso di droghe iniettive è ormai marginale (circa 4%).

Un problema rilevante è la diagnosi tardiva: il 29% dei pazienti è già in AIDS conclamato al momento della diagnosi, il 45,3% ha una malattia HIV avanzata (AHD) e il 62,4% è “Late Presenter”, valori superiori alla media nazionale. Questo aumenta il rischio di complicanze e di trasmissione del virus. Il trend delle diagnosi tardive è in crescita, accentuato dal ritardo diagnostico dovuto alla pandemia.

La bassa percezione del rischio è confermata dal fatto che il 71,1% dei pazienti fa il test solo in presenza di sintomi o sospetta malattia, mentre solo il 23,8% lo esegue spontaneamente. Tra le donne, una quota significativa effettua il test in gravidanza (11,9%). Gli uomini che hanno rapporti con uomini (MSM) mostrano maggiore consapevolezza (40,9% test spontanei), ma anche in questo gruppo cresce la quota di chi si sottopone al test solo in presenza di sintomi.

In Toscana, i casi di AIDS sono aumentati fino al 1995 (11,3 per 100.000), poi sono diminuiti rapidamente con l’introduzione delle terapie antiretrovirali nel 1996 e continuano a calare fino a 63 casi nel 2024 (1,8 per 100.000). La Toscana resta sopra la media nazionale (1,12 vs 0,8). Dal 1984 al 2024 sono stati notificati 5.290 casi, con età mediana in crescita (da 30 anni nel 1990 a 49 anni nel 2023-24), per effetto della terapia e del cambiamento delle modalità di trasmissione: oggi prevale quella sessuale (91,5% dei casi adulti, di cui 58,9% eterosessuali). I casi pediatrici sono ormai rarissimi. Cresce la quota di pazienti che scopre la sieropositività poco prima della diagnosi di AIDS, segno di diagnosi tardive. La prevalenza è in aumento (2.520 persone viventi con AIDS al 31/12/24) grazie alla maggiore sopravvivenza. Le strategie di prevenzione includono PrEP, PEP e TaSP, fondamentali per ridurre la trasmissione.

Fonte: Giornata mondiale AIDS 2025: i nuovi dati ARS su HIV/AIDS in Toscana - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana

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