PDTA per l’HIV: differenze regionali e impatto sulla qualità delle cure

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Il Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) è uno strumento amministrativo fondamentale per le persone che vivono con un’infezione da HIV. I PDTA vengono approvati a livello regionale e questo, come spesso capita nella sanità in Italia, provoca delle disparità di cura tra differenti zone del Paese. “Abbiamo provato a lavorare nel Ministero della Salute (come CTS) per creare un PDTA che avesse una base comune in tutte le Regioni, per offrire la stessa opportunità di presa in carico a tutti, ma non ci siamo riusciti”, dice Rosaria Iardino, Presidente della Fondazione The Bridge, che si pone come obiettivo la tutela del diritto alla salute dei cittadini.

Iardino nota in un articolo co-firmato da Alessandro Battistella e pubblicato dalla rivista Pratica Medica & Aspetti legali, che siamo passati da una situazione di emergenza, in cui la priorità era la sopravvivenza dei pazienti, a una condizione di cronicizzazione della malattia, in cui diventa fondamentale garantire la qualità della vita dei pazienti, tenendo conto dell’insorgenza delle comorbidità legate all’invecchiamento e dell’importanza di una terapia efficace nel tempo e con il minor numero di effetti collaterali.

A livello regionale ci sono scenari differenti rispetto ai PDTA per l’HIV. Alcune regioni dispongono di PDTA dinamici e sempre aggiornati, altre hanno PDTA non aggiornati e altre ancora non hanno un PDTA per l’HIV.

Un approfondimento sul contenuto dell'intervista e sulla diversità con cui i PDTA vengono implementati a livelli territoriale è riportato al seguente link: https://www.popsci.it/canali-medicina/hiv/pdta-per-lhiv-differenze-regionali-e-impatto-sulla-qualita-delle-cure.html?tck=D704B705-59D2-40AE-A00C-E55CB411D617&guu=

 

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