Il futuro dei Prontuari Regionali

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Poco più di sei Regioni italiane su dieci “governano” la disponibilità dei nuovi farmaci attraverso un prontuario terapeutico regionale (Ptr) e in media trascorrono all’incirca due mesi tra la rimborsabilità concessa a un nuovo principio attivo dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e la sua effettiva disponibilità sul territorio. Sono queste le principali conclusioni che emergono da una survey condotta tra gli enti territoriali per verificare lo stato di applicazione dei prontuari terapeutici regionali e le loro prospettive, al fine di trovare il giusto equilibrio tra la necessità delle Regioni di governare la spesa farmaceutica e i bisogni dei pazienti di accedere quanto prima anche alle terapie di più recente approvazione.

Il “viaggio” dei nuovi farmaci verso il territorio

All’indagine – i cui risultati sono stati pubblicati Global & Regional Health Technology Assessment (Ghrta) – hanno risposto 19 tra Regioni (fuori l’Abruzzo) e Province autonome (eccetto quella di Trento).

È emerso che sette di queste realtà (Piemonte, Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lazio) governano l’accesso dei farmaci sul proprio territorio senza più ricorrere né al prontuario terapeutico né a una commissione terapeutica regionale (Ctr): chiamata a valutare l’inserimento o meno di un farmaco in prontuario, a stilare raccomandazioni prescrittive, a individuare i centri deputati in questo senso e a monitorare le prescrizioni tenendo conto delle eventuali alternative terapeutiche disponibili.

Scenario opposto a quello rilevato in Valle d’Aosta, nella Provincia di Bolzano, in Emilia Romagna, nelle Marche, in Umbria, nel Molise, in Campania, in Basilicata, in Puglia, in Calabria e in Sardegna.

Parziale invece il quadro relativo alla Sicilia (Ptr senza Ctr) e al Veneto (Ctr, senza Ptr).

Lì dove non esiste più una commissione né (eventualmente) un prontuario, le Regioni si sono organizzate attraverso l’istituzione di gruppi di lavoro spesso specifici per area terapeutica e di una commissione chiamata a valutare l’appropriatezza prescrittiva e a controllare la spesa farmaceutica.

Verso un futuro senza prontuari regionali?

Le conclusioni della survey sono state analizzate e discusse da un gruppo di lavoro di cui facevano parte Regioni, istituzioni sanitarie, ricercatori e rappresentanti dell’industria.

Le parti hanno convenuto con la possibilità di superare i prontuari terapeutici regionali, a patto di poter contare comunque su “una azione di governo dell’ingresso dei farmaci a livello regionale” da lasciare nelle mani delle Ctr (ove presenti) o comunque di tecnici chiamati a “governare l’accesso al farmaco e il comportamento prescrittivo”.

Secondo gli addetti ai lavori più impattante è “l’individuazione dei centri prescrittori”, da cui procedere per razionalizzare i prontuari terapeutici aziendali: ovvero “l’applicazione locale delle gare regionali, con cui si rende accessibile immediatamente il farmaco”.

Rafforzare la comunicazione tra Aifa e Regioni

Non meno importante è considerata inoltre la pronta disponibilità per le Regioni delle valutazioni dell’Aifa, che dovrebbero sempre riportare “le valutazioni di innovatività, le schede sintetiche di HTA, le valutazioni comparative di costo e analisi di impatto sulla spesa regionale” di un nuovo farmaco.

“Il rafforzamento del flusso informativo tra Aifa e Regioni – si legge nelle conclusioni dell’articolo – può anche avere come effetto una maggiore attenzione all’integrazione tra evidenze sulla coerenza tra costo ed efficacia di un farmaco rispetto ad alternative terapeutiche e impatto finanziario”.

 

source: Global & Regional Health Technology Assessment (Ghrta)

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