Carcinoma mammario HER2+ metastatico, con Trastuzumab deruxtecan (T-DXd) raggiunta la significatività statistica per il dato di sopravvivenza globale

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Sul proprio sito istituzionale Daiichi Sankyo ha pubblicato una press release per annunciare che Trastuzumab deruxtecan (T-DXd) dha raggiunto la significatività statistica del dato di sopravvivenza globale con una riduzione del 36% del rischio di morte e ha migliorato la  sopravvivenza libera da progressione di 22 mesi rispetto a Trastuzumab emtansine (T-DM1), in pazienti precedentemente trattate con terapie anti-HER2. Al SABCS2022 presentati i risultati aggiornati dello studio DESTINY-Breast03.

I risultati aggiornati dello studio di fase 3 DESTINY-Breast03 hanno dimostrato che trastuzumab deruxtecan (T-DXd) ha portato ad un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza globale (OS) rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), in pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattate con trastuzumab o un taxano. Questi risultati e l’analisi primaria dello studio di fase 3 DESTINY-Breast02 sono stati presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (#SABCS), e i dati aggiornati di DESTINY-Breast03 sono stati pubblicati contemporaneamente su The Lancet.

Nell'analisi dell'endpoint secondario chiave di DESTINY-Breast03, trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 36% del rischio di morte rispetto a T-DM1 (hazard ratio [HR]: 0,64; intervallo di confidenza [IC] al 95% 0,47-0,87; p=0,0037). In entrambi i bracci di trattamento, la sopravvivenza globale (OS) mediana non è stata ancora raggiunta (T-DXd [40,5-NE] versus T-DM1 [34,0-NE]), dopo una durata mediana di follow-up di 28,4 mesi per trastuzumab deruxtecan e 26,5 mesi per T-DM1. Nel braccio trastuzumab deruxtecan, circa il 77,4% delle pazienti era vivo a due anni (IC al 95%: 71,7-81,2) rispetto al 69,9% delle pazienti trattate con T-DM1 (IC al 95%: 63,7-75,2). Il beneficio in termini di sopravvivenza è stato risultato consistente in tutti i sottogruppi analizzati, comprese le pazienti con e senza metastasi cerebrali al basale, con e senza malattia viscerale, positive o negative al recettore ormonale (HR), indipendentemente dal precedente trattamento con pertuzumab o con terapia sistemica.

Con il follow-up aggiuntivo in DESTINY-Breast03, trastuzumab deruxtecan ha continuato a dimostrare un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS), con un miglioramento della PFS mediana di 22 mesi rispetto a T-DM1, riaffermando il risultato statisticamente significativo della precedente analisi ad interim. L'analisi esplorativa aggiornata non è stata testata per la significatività statistica e la forza statistica non è stata calcolata per mostrare differenze tra i bracci di trattamento. La PFS mediana per le pazienti trattate con T-DXd è stata di 28,8 mesi (HR = 0,33; IC al 95%: 22,4-37,9) rispetto ai 6,8 mesi di T-DM1 (IC al 95%: 5,6-8,2), come valutato dalla revisione centrale indipendente in cieco (BICR). Il tasso di risposta obiettiva confermato (ORR) è stato del 78,5% nel braccio trastuzumab deruxtecan, con il 21,1% delle pazienti che ha ottenuto una risposta completa (CR), rispetto a un ORR del 35,0% nel braccio T-DM1, dove il 9,5% dei pazienti ha ottenuto una CR.  La durata mediana della risposta (DoR) è stata di 36,6 mesi per T-DXd rispetto a 23,8 mesi per T-DM1.

Nei risultati dell’analisi primaria dello studio di fase 3 DESTINY-Breast02, nelle pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattato con T-DM1, trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 64% del rischio di progressione della malattia o di morte rispetto al trattamento scelto dal medico(trastuzumab più capecitabina o lapatinib più capecitabina) (HR=0,36; IC al 95%: 0,28-0,45; p<0,000001). La PFS mediana per le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan è stata di 17,8 mesi (IC al 95%, 14,3-20,8) rispetto a 6,9 mesi (IC al 95%, 5,5-8,4) per quelle trattate con la terapia scelta dal medico, come valutato dal BICR. Il trattamento con trastuzumab deruxtecan ha anche mostrato una riduzione del 34% del rischio di morte rispetto alla terapia scelta dal medico (HR=0,66; IC al 95%, 0,50-0,86; p=0,0021) con una OS mediana di 39,2 mesi con trastuzumab deruxtecan (IC al 95%, 32,7-NE) rispetto a 26,5 mesi con la terapia scelta dal medico (IC al 95%, 21,0-NE).

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