Drug repurposing: una revisione della letteratura individua gli ostacoli alla pratica del riutilizzo dei farmaci
Nonostante i grandi progressi compiuti nello sviluppo di nuovi farmaci negli ultimi decenni, la medicina continua a inseguire i bisogni di una popolazione mondiale sempre più numerosa e anziana. In questo scenario, il drug repurposing – il riutilizzo di farmaci già esistenti per nuove indicazioni terapeutiche – è considerato da molti una delle strategie più promettenti per accelerare l’innovazione, ridurre i costi e minimizzare i rischi.
Eppure, questa strada potenzialmente rivoluzionaria incontra ancora ostacoli significativi. A metterli in luce è un nuovo studio (“The eyes of the beholder: perceived barriers to successfull drug repurposing”), pubblicato sul British Journal of Pharmacology, condotto nell’ambito del consorzio europeo REMEDi4ALL. Lo studio ha analizzato in modo sistematico le principali barriere politiche e regolatorie che frenano la diffusione del riutilizzo dei farmaci.
Gli esperti hanno passato al setaccio la letteratura scientifica disponibile su PubMed ed Embase, analizzando oltre 4000 pubblicazioni dal 2013 al 2023 e affiancando alla ricerca tradizionale anche fonti della cosiddetta “letteratura grigia” (non basata sugli editori) e una serie di interviste interne al consorzio. I risultati sono poi stati discussi e verificati in cinque workshop che hanno coinvolto 80 specialisti provenienti da varie categorie di stakeholder: dall’industria ai regolatori, dalle associazioni non profit ai rappresentanti dei pazienti.
In totale, i ricercatori hanno individuato 33 barriere principali, raggruppate in nove macro-categorie. Tra i nodi più citati emergono: la percezione negativa dei farmaci non più coperti da brevetto, l’assenza di un reale incentivo economico per le aziende, le difficoltà burocratiche legate all’autorizzazione all’immissione in commercio e un sistema di valutazione e pricing che fatica a tenere il passo con questo nuovo modello di innovazione.
Un elemento sorprendente emerso dall’analisi è la forte divergenza nella percezione delle barriere tra i diversi gruppi di stakeholder: ciò che per alcuni rappresenta un ostacolo centrale per altri appare marginale. Una complessità che, secondo gli autori, dovrà essere tenuta in considerazione nello sviluppo di politiche e raccomandazioni future, se l’Europa vorrà davvero favorire una più ampia adozione del riutilizzo dei farmaci.